Da un punto di vista terra-terra divido le specie legnose in due grandi gruppi:
-Legni resinosi di conifere (abete, larice, pino, thuja, cipresso ecc.): generalmente teneri, con fibra più o meno densa ma piuttosto dritta, ottimo rapporto peso/proprietà meccaniche, stabili e mediamente resistenti agli agenti atmosferici ed ai tarli.
Abete e pino in varietà li considero esteticamente monotoni, adatti a lavori di carpenteria o telai/carcasse nascosti oppure da smaltare. Abete e pino sono diffusi e utilizzati in europa per il semplice fatto che crescono rapidamente in aree di montagna o in climi freddi, in zone cioè poco antropizzate dove la forma più conveniente di sfruttamento del terreno è la selvicoltura (coltura delle piante da LEGNO).
Discorso a parte per alcune varietà pregiate come il larice e il pino di Douglas, densi e resistenti alle intemperie, molto adatti per infissi o luoghi umidi.
-Legni di latifoglie (Noce pioppo quercia faggio ciliegio frassino olmo ecc): generalmente molto più duri a parte il pioppo, hanno mediamente migliori proprietà meccaniche ma sono meno stabili dei resinosi e più inclini alle deformazioni. Esteticamente interessanti, sia al naturale che mordenzati o smaltati consentono finiture di pregio. La resistenza ai tarli e agli agenti atmosferici dipende dalla specie. Tra questi, i più diffusi commercialmente sono il faggio- che cresce in climi freschi o di media montagna – e la specie rovere della famiglia delle querce, generalmente importata dall’est Europa o dall’America del nord.
ABETE
Commercialmente con “abete” si intende una famiglia di aghifoglie comprendente diverse
specie, alcune più pregiate di altre (il douglas!), tutte poco adatte al clima e terreno della Pianura Padana: gli abeti in genere crescono bene in media- alta montagna. Commercialmente molto
diffuso, l’abete è tra i legnami più economici. Colore bianco giallastro, legname tenero, facilmente lavorabile, leggero. Impieghi: Costruzioni edilizie, mobilio, strumenti musicali (l’abete
rosso delle Alpi italiane era quello usato da Stradivari), serramenti, imballaggi, pasta da carta. Il passo dell’Abetone prende il nome dal bosco (artificiale) impiantato li con esemplari ora
notevoli. La stragrande maggioranza dell'abete reperibile in commercio noin è di provenienza italiana.
CASTAGNO
Di aspetto simile alla rovere ma più leggero e tenero, a fibra lunga ma friabile. Cresce
in media collina su terreni a matrice sabbiosa, per diversi secoli la pianta è stata molto diffusa e importante sull’appennino emiliano-romagnolo, da qui l’utilizzo per mobili… è caduto poi in
disgrazia per disinteresse economico e malattie. Il legname deve essere stagionato accuratamente poichè il castagno tende a muoversi e spaccarsi. Assi di castagno sono ora un po’ brigose da
trovare. Ottima resistenza ai marciumi, molti castagneti “inselvatichiti” sono gestiti a ceduo per ottenere paleria da esterno.
CEDRO
Da non confondere con la pianta che fa un frutto simile all’arancia! Il cedro è una aghifoglia tipo abete, non autoctona in tempi storici. Le varie specie di cedro (C. Libanii, Deodora, Atlantis, ecc.) sono state importate in Italia a partire dal ‘700, è considerato esteticamente gradevole ed è molto diffuso nella provincia di Modena in parchi e giardini privati. Cresce rapidamente ma in terreni di pianura compatti o con falda superficiale forma radici poco profonde che alla lunga causano gravi problemi di stabilità.
Ha un legno di colore arancio chiaro, tenero ma con fibra fine. L'odore caratteristico che emana tiene lontani gli insetti.
CILIEGIO
Tutti conoscono la pianta di ciliegio, adatta a terreni un po sabbiosi di bassa collina.
Frequente nella provincia di Modena. Il legno è di colore rossastro con venature evidenti e interessanti, piuttosto duro e difficile da lavorare a causa della sua fibra lunga e movimentata…
prende però finiture di grande pregio.
E’ un legno da stagionare e scegliere con cura per evitare futuri movimenti e deformazioni. Usato per mobili di lusso, pavimenti, lavori fini.
Legni di altre piante da frutto (melo, pero, amarena, marusticano, albicocco, prugno ecc.) hanno caratteristiche simili ma con fibra generalmente più corta e facilmente lavorabile. A causa del tronco di piccole dimensioni sono utilizzabili solo per piccoli lavori o dettagli.
Tutti i legni di piante da frutto sono appetiti dai tarli. Anche a loro piace la frutta…
FAGGIO
Pianta caducifoglia di media montagna. Il legno giallastro tendente al rossastro è
moderatamente duro e pesante, facilmente lavorabile, molto diffuso in commercio.
Esteticamente un pò monotono ma piacevole, si usa per mobilio ordinario, oggetti domestici, attrezzi rurali, pavimenti.
FRASSINO
Nella pianura modenese cresce bene il frassino minore, è un legno piacevole da usare: chiaro, profumato, a fibra corta e fine, molto flessibile (anche troppo..) tiene bene i dettagli ma teme il tarlo, va trattato adeguatamente. Usato per mobili, pavimenti, stecche flessibili, manici.
LARICE
Aghifoglia assente nel modenese, cresce in alta montagna. Si trova facilmente in commercio.
Il legno è rosso giallastro, piuttosto pesante, compatto, facilmente lavorabile; il suo più grande pregio è la notevole resistenza ai marciumi e per questo viene usato per costruzioni edilizie e
navali, serramenti, solai, pavimenti, ponti.
NOCE
Il più famoso (in zona) dei legni per mobili. E’ una bella pianta non molto longeva (max 60-80 anni) che cresce rapidamente in alta pianura e bassa collina. Il
legno è pesantino, duretto, tiene bene i dettagli ed è facilmente lavorabile. Esteticamente molto gradevole con belle venature di diversi colori, dal giallo chiaro al testa di moro
con sfumature verdi e violette a seconda della varietà. Usato per mobilio fine, intaglio e tornitura, armeria, strumenti musicali, pavimenti e rivestimenti.
OLMO
L’olmo sarebbe potenzialmente il legname più interessante del Modenese. Cresce molto velocemente (perché era usato nelle “piantate”, come sostegno per le viti?),
si ottengono facilmente fusti lunghi e dritti, il legname è bello e duro e si lavora discretamente, è più durevole del noce. Peccato che da più di ottanta anni, a fasi alterne, è soggetto ad una
malattia, veicolata da un insetto, che limita drasticamente la longevità della pianta. Venti, trent'anni di media. Irreperibile in commercio l’olmo europeo si può trovare sporadicamente, da
privati, in piccoli tronchi. Usato per pavimenti, mobilio, oggetti lavorati al tornio e a intaglio.
PINO
Con “pino” intendo una famiglia di conifere comprendente specie adattate alle condizioni più
diverse: dalle zone litoranee della riviera romagnola sino ai boschi di alta montagna. Il legname, facilmente confondibile con quello dell’abete, è tra i più comuni ed economici in commercio
(anche se arriva dalla russia!!), al punto che non vale la pena di investire tempo e denaro per affettare un tronco reperito dal vicino. Il legname è facilmente lavorabile, tenero e leggero.
Usato dovunque per la sua economicità.
PIOPPO
Il pioppo, nelle sue varie specie, è pianta molto comune in tutto il territorio di Modena. Cresce rapidamente e meglio se con acqua abbondante. Il legno è
chiaro, leggero e tenero con venatura che può essere interessante se mordenzata un poco, dà un po di noie nella finitura. Personalmente penso che il pioppo andrebbe rivalutato come legno da
costruzione, sia per carpenteria che da mobilio: ha un ottimo rapporto peso/prestazioni meccaniche, cresce rapidamente, alcune specie danno un legno stabile e abbastanza denso.
Usato ora per ossature dei mobili, casse d'imballaggio, fiammiferi, pasta da carta, agglomerati, trucioli…una volta era utilizzato anche per travetti (si!!), strutture di scale (!!), porte (!!),
mobili.
QUERCIA (ROVERE)
La famiglia delle querce comprende diverse specie, tutte molto longeve (sino a 500
anni e più), molte delle quali presenti nella provincia di Modena. Dal leccio sempreverde delle zone calde (ma tiene anche qui) al cerro e roverella di ambienti secchi o difficili, dalla pianura
alla bassa montagna. Il leccio dà un legname durissimo usato un tempo per i perni e affari simili; il cerro e la roverella, instabili e creposi ma ricchissimi di tannini anti-marciumi erano usati
per ottenere travi e traversine ferroviarie.
Le specie di pianura sono la farnia e la rovere e danno un legname più uniforme e stabile.
Per inciso, sino ai primi secoli dopo Cristo la Pianura Padana era interamente ricoperta da una foresta caducifoglia con grandi esemplari di rovere, farnia, olmo, frassino e specie minori.
Per tutte le specie il legname è pesante, duro, molto resistente, non facilmente lavorabile, usato per travature, serramenti di lusso, pavimenti, rivestimenti, ponti, costruzioni navali, mobili.
Quello che trovo in commercio, sotto il nome generico di rovere, arriva dallEuropa dell’est o dall’America del nord.